Memoria, ricordi ed emozioni, sono il risultato per aver messo in ordine gli “avvenimenti” della vita, ed in particolare quelli del mio percorso televisivo. Ma quale relazione c’è tra loro?

La memoria è la capacità di codificare, archiviare e recuperare le informazioni che arrivano attraverso le esperienze. (…)

Grazie alla memoria ci adattiamo all’ambiente in cui viviamo, alla nostra realtà, generiamo la nostra identità, impariamo, cresciamo e sviluppiamo. (…)

La nostra memoria è emozionale, ovvero fortemente influenzata da emozioni e sensazioni provate di fronte ad un determinato stimolo e che, di conseguenza ogni nostro ricordo è una personale, mediata e per certi versi “distorta” ricostruzione di un’esperienza, che molto spesso non risulta essere totalmente aderente alla realtà oggettiva. (…)

La memoria è anche emozionale. Tutti passiamo questi momenti nel corso della vita, quando alcune occasioni scatenano le nostre emozioni: possono essere brani musicali, luoghi, odori, fotografie, qualsiasi cosa in grado di risvegliare i ricordi di giorni passati o delle persone che sono state o sono importanti. In quelle
rievocazioni siamo pervasi da un’ondata di emozioni e i momenti in agrodolce riaffiorano: possiamo provare sentimenti di gioia, felicità, contentezza, tristezza, dolore e così via: sono i nostri ricordi emotivi. (,,,)

Le esperienze emotive formano il nocciolo del resoconto interiore e di quello delle relazioni con gli altri che siano familiari, amici o amanti che vanno e vengono. Le emozioni sono immagazzinate secondo una mappatura, un’organizzazione e una classificazione delle esperienze che vanno a comporre un resoconto interno in grado di dare soluzione di continuità temporale al nostro passato emotivo. (…)

I ricordi possono essere modificati?
Prima o poi succede a tutti: siamo convinti che un episodio che ci riguarda sia andato in un certo modo, fino a quando i fatti non ci smentiscono clamorosamente. La memoria non è uno scrigno chiuso, ma il frutto di un continuo lavoro di ricostruzione, e i falsi ricordi sono la versione più estrema di questo processo di ripristino. (…)

L’oblio come difesa.
La memoria non esisterebbe se non esistesse la capacità di dimenticare. Dimenticare è essenziale all’equilibrio psico-fisiologico della nostra vita cognitiva, perché impedisce
quella pienezza troppo patologica, strabordante e straripante che aumenterebbe talmente il potere della nostra memoria da renderlo nemico della memoria stessa, fino ad impedirci di parlare della nostra vita con ordine e precisione e addirittura di agire nel mondo da persone normali. (…)


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