Mi è sembrato sicuramente autoreferenziale, ma inevitabile, chiedere ad Adriano Celentano un pensiero da inserire nel libro che con Andrea Scarpa stavo scrivendo.

Caro Adriano,

ti ringrazio anticipatamente per la disponibilità tua e di Claudia. Mi sono lanciato in questa impresa di raccontare qualche vicenda della mia avventura televisiva, di cui – tra l’altro – tu sei il primo, nel tempo e nell’importanza, dei protagonisti indiscussi che la interpretarono. A me farebbe piacere o, come si dice in questi casi, sarebbe un onore avere un testo che a modo tuo restituisse il senso di quella straordinaria esperienza umana e professionale che facemmo insieme nel 1987: il clima unico che si era creato fra noi che eravamo al tuo fianco, senza dimenticare i milioni di italiani (la media registrò 57,09% per 11.402.000 spettatori) che da casa seguirono 13 irripetibili “sabato sera”; lasciando nella storia dei media un segno e cioè che si sarebbe potuta fare una televisione diversa, ma…; cambiando anche la vita di professionisti che – come me – presero parte a quell’incredibile edizione di Fantastico 8. Ed è proprio qualche tuo ricordo, un flash, una battuta, oggi potrebbero far capire meglio quello che – grazie a te – accadde quell’anno in TV, nel Paese e fra le persone
coinvolte.
Non voglio abusare del tuo tempo… mi basta avere un tuo personalissimo intervento che “illumini” con un tuo ricordo, o una tua riflessione, il lavoro di ricostruzione di quegli anni che stiamo facendo con il giornalista Andrea Scarpa del Messaggero (inserto “macro” spettacolo, cultura, moda e mondanità 9 pagine al giorno).
Un caro saluto e un abbraccio,
Mario Maffucci

Dopo pochi giorni ho avuto da Claudia Mori questa risposta che riassumo: “Caro Mario, Adriano leggerà con interesse il libro, ma non ti lascerà nessuna dedica, perché nella sua vita di artista non l’ha fatto con tutti quelli che lo chiedevano, quelli importanti come te…”.

Non ho battuto ciglio (come si dice) e ho chiuso il contatto così: “Cara Claudia, prendo atto del suo pensiero… ma mi interessa il vostro rispetto e la vostra stima. Un caro saluto. Mario”.

Che finisse così me lo aspettavo… “il grande personaggio – lo dico in generale – non è difficile che dia qualcosa di sé a chi gli è stato vicino… la fedeltà e l’impegno sono virtù e il “grande” si aspetta che tu le dedichi a lui… sul proprio carisma non si scherza, prima di tutti è fondamentale che ci creda lui.”


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