L’esperienza, unica nel suo genere, nella Tv italiana per il consenso di pubblico che ebbe il cabaret di Pingitore, fu seguita per lo più da una critica moralista e legata agli stereotipi della politica.

Il Salone Margherita (costruito nel 1878 e già rimodernato nel 1908) è riuscito a conservare alcuni tratti originali della Sala Liberty che ha ospitato, sulla scia del successo del Moulin Rouge e delle Folies Bergère di Parigi momenti significativi della “Belle époque” in Roma: la bella Otero, Lina Cavalieri, Anna Fougez, Amelia Faraone, Bernardo Cantalamessa, Leopardo Fregoli, il mitico Ettore Petrolini e altri che onorarono il Salone Margherita, facendolo diventare punto di riferimento del Caffè Chantant più importante della Capitale, ma con l’ambizione di entrare in competizione con Parigi.

In questo contesto storico (che ho citato perché messo in discussione oggi dalla Banca d’Italia, proprietaria del teatro) mandammo in onda, in diretta, oltre 80 appuntamenti del cabaret di Pingitore (a suo fianco Mario Castellacci e Carla Vistarini): fu una stagione irripetibile (1987 – 1994) per chi come me, veniva associato alla compagnia che si esibiva: il tassista, il bottegaio, il giornalaio, l’uomo della strada, ma via via anche l’intellettuale non schierato si divertiva alla rilettura pungente e talvolta scomodo della vita politica e di quella quotidiana, interpretata da alcuni assi della comicità come Oreste Lionello e Leo Gullotta, coadiuvati in scena da Pippo Franco e Martufello con una squadra di giovani talentuosi, allietata in un clima di assoluta sfrontatezza dai balletti di Pamela Prati, Valeria Marini, Aida Yespica e altre.

I sette anni del Salone Margherita ci fecero tutti più coinvolti nella grande commedia della vita e dei guai della prima Repubblica. L’esperienza, unica nel suo genere, nella Tv italiana per il consenso di pubblico che ebbe, fu seguita per lo più da una critica moralista e legata agli stereotipi della politica, invece di verificare se in qualche modo l’opera aveva interpretato gli interessi degli spettatori.