Paolo Bonolis ci parla del suo primo successo televisivo. Spronato da Mario Maffucci il noto presentatore ha iniziato nel 92 la sua sfolgorante carriera televisiva.
Ho aspettato dalla sua segretaria per ore che uscisse dall' ufficio. A sera mi vide e disse che aveva un lavoro per me... ho iniziato così la mia carriera.
Sanremo.
Il Festival, quest' anno, riavrà la preziosa collaborazione di
Mario Maffucci, colui che ha lasciato alla storia le migliori edizioni
dagli anni 90.
Hanno buttato via lo stampino. Mi ci sarebbe voluto accanto in questi ultimi anni, ma superbamente non l' ho cercato. Adesso me ne pento amaramente.
L’Editore del “New York Times” ha fissato nel 1 gennaio 2013 la data dell’ultima copia cartacea. Da quella data il NYT sarà solo “on line” con i giornalisti che in “tempo reale” faranno il giornale e aggiorneranno le notizie. La tv generalista sta perdendo pubblico (più della metà della popolazione non guarda questa tv), perché la sua credibilità sta diminuendo: nelle news e nello show; importiamo molte più fiction di quante non riusciamo ad esportarne, al seguito di un cinema le cui storie, in genere, arrivano con difficoltà a Lugano; la linea dei “talk” è, con il bla bla delle “heads talking”, quasi più influente di quella degli “approfondimenti” dei giornalisti e così dobbiamo registrare su temi sensibili anche l’opinione di Flavia Vento. Ci dicono che oggi la Società si accontenta di specchiarsi nel “reality”; una volta si diceva che la tv era lo specchio del Paese: per molti aspetti questa tv mi sembra più indietro del Paese reale. La tv generalista non intercetta più le novità, non anticipa più il futuro. E’ la “rete” che sempre di più utilizza la tv come contenitore per le sue news. La tv sembra immobile e passiva, se essere attivi in tv vuol dire partecipare alla farsa del televoto... Con “MARIO MAFFUCCI COMUNICATION” entro in una nuova “community”: l’orizzonte cambia, sono in contatto con il Villaggio. Avere una “cosa” da dire e capire le “cose” degli altri. Per chi, come me, nel fare tv per trent’anni ha garantito affidabilità professionale allo “star system”, ma ha avuto anche un intenso rapporto con il pubblico, comincia un nuovo cammino. Avere una “cosa” da dire e capire le “cose” degli altri. E’ come “debuttare”. Sono emozionato.
Mario
Maffucci contribuisce ad un ritorno della grande
opinione e della attenzione popolare sul “FESTIVAL DI SANREMO”
di cui costruisce pezzo per pezzo l’attuale grande, inimitabile
macchina organizzativa; dal 1982 al 2000 è partner di G. Ravera,
C. Bixio,
A. Aragonizzini e Pippo Baudo, prima di diventare in prima persona responsabile
della Rassegna dal 1997 al 2000: le edizioni con Mike Bongiorno, Piero
Chiambretti e Valeria Marini; con Raimondo Vianello, Veronica Pivetti
ed Eva Herzigova; con Fabio Fazio, Renato Dulbecco e Laetizia Casta; con
Fabio Fazio, Luciano Pavarotti, Teo Teocoli e Ines Sastre, una kermesse
in crisi di identità che registra una serie di successi ancora
oggi ricordati dalla stampa (vedi edizione 2001, 2000, 1999, 1998, 1997).
Il contatto con
lo star system riconosce a Mario Maffucci una leadership di idee ed innovazione
che gli permettono di superare la cosiddetta “guerra dei divi”
ingaggiata dal mercato alla fine degli anni ’80. Realizza formule
e sperimentazioni di spettacolo popolare che segnano, in più di
un’occasione, l’evoluzione dell’offerta televisiva
dell’intero settore in Italia.